Trekking Polylepis - Vicunas
Polylepis è un genere di piante appartenenti alla famiglia delle Rosaceae. Il genere comprende approssimativamente 28 specie di alberi e arbusti, endemiche delle regioni di media ed alta quota della Ande tropicali. Gli esemplari delle diverse specie di Polylepis presentano in genere tronchi nodosi e ritorti, ma in alcune zone gli alberi raggiungono i 15-20 m di altezza e i 2 m di diametro. Il fogliame è sempreverde, spesso con grandi quantità di ramoscelli morti che pendono dalla parte inferiore della chioma. Il nome deriva dalle parole greche poli (molti) e lepis (strati), e si riferisce alla corteccia composta da numerose lamine, aspetto comune a tutte le specie del genere. La corteccia è spessa e ruvida e ampiamente stratificata, e fornisce un'ottima protezione al tronco contro le basse temperature. Alcune specie di Polylepis formano boschi che crescono ben al di sopra della normale linea degli alberi, in associazione con prati e pascoli ad un'altitudine superiore ai 5000 m. Le diverse specie di questo genere hanno una notevole importanza per la popolazione andina, alla quale forniscono legna da costruzione e combustibile per cucinare e riscaldarsi. La vigogna (Vicugna vicugna) è un camelide che vive sulle Ande. La lana della vigogna veniva utilizzata dagli antichi inca per tessere le vesti del re (ai sudditi era infatti proibito indossare indumenti fabbricati con questa particolare lana). Fu proprio per questo che, esattamente come accade oggi, anche ai tempi degli inca la vigogna era un animale protetto. La vigogna ha un'altezza al garrese di 0,7-1,10 metri e una lunghezza di 1,40-2 mt. Possiede un corpo lungo e muscoloso e un muso fine. La corta coda è rossiccia sul lato superiore e bianca o beige inferiormente. Gli incisivi inferiori sono molto lunghi. Il dorso, il collo, la testa e la parte anteriore delle zampe sono di color rossiccio, mentre il petto e la parte posteriore delle zampe sono bianchi. Il peso medio è compreso tra 40 e 60 chilogrammi. La vigogna sviluppa due diversi strati di pelo: uno interno, la lanugine, ad attività termoregolatrice, e l'altro esterno, di protezione dagli agenti atmosferici, con fibre più lunghe e setose. La fibra di vigogna ha un diametro di 12 µm ed è più sottile del cashmere, che arriva a 15 µm. L'animale adulto produce una piccola quantità di lana: circa 250 grammi di fibra succida ogni due anni contro, per esempio, i 3-6 chilogrammi della pecora Merino e i 500 grammi della capra del Cashmere; per ottenere un cappotto di vigogna è necessario utilizzare il vello di 25-30 animali adulti. Il valore del manto, allo stato grezzo (succido), raggiunge i 400 dollari al chilogrammo, rendendolo uno fra i più cari in commercio. Nella cultura inca, la vigogna veniva cacciata ogni quattro anni nel corso di una vera e propria cerimonia, detta chaco, in cui migliaia di uomini formavano una catena intorno all'area scelta per la cattura. Il cerchio lentamente si stringeva fino a chiudersi su un altopiano, con gli animali costretti in un recinto per la tosa. Il re inca assisteva al gran finale della caccia: i cuccioli e le femmine erano tosati e rilasciati, mentre i maschi anziani e i capi malati venivano uccisi per la loro carne. La "caccia rituale" della vigogna non mise mai in pericolo la sopravvivenza della vigogna, come invece successe nel periodo successivo. I due trekking sono propedeutici all'acclimatamento per le salite ai vulcani dei giorni successivi, si svolgono entrambi nei dintorni del Chimborazo. Il trekking delle vicunas porta al rifugio Mechahuasca che sarà luogo di partenza per la salita al Carihuairazo. |
Itinerario Trekking Polylepis
Sendero bosco polylepis |
Accesso: Chuquipogyo Partenza: Chuquipogyo 3900m; Arrivo: Chuquipogyo 3900m; Lunghezza: 12,5km Dislivello: +520m; -370m
Difficoltà: E
Guide: Luis
Periodo consigliato: Tutto l'anno
Segnavia:
Cartografia:
Bibliografia: http://www.julioverne-travel.com/index.php/en/andes-highlands/trekking/polylepis-hike
Punti di appoggio: Riobamba,
Rincon Aleman
Note:
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27-10-2016 Chuquipogyo 3900m - Bosco Polylepis 4350m Salita=520m Discesa=370m Lunghezza=12km Alle 9 arriva al Rincon Aleman Luis, la guida escursionistica con 2 pullmini, ci spostiamo ai piedi del Chimborazo 3900m, dopo l'ultimo villaggio Chuquipogjo. Splendida vista sul Chimborazo, partiamo lentamente lungo una mulattiera che ci condurrà al bosco di Polylepis. Per tutta la giornata godremo di una vista stupenda sul vicino Chimborazo, non un cono perfetto come quasi tutti gli altri vulcani, ma una montagna dalla morfologia irregolare, che presenta tre principali gobbe ghiacciate le cui colate nevose scendono nei canaloni fino a quote tra i 4800 e i 5400 m, a seconda dell'esposizione. Ciò che fa la differenza qui è la vicinanza alla zona umida dell'Amazzonia, da cui provengono le perturbazioni e quindi la neve. Di conseguenza sono i versanti orientali ad essere più innevati, quelli dove la vegetazione si spinge più in alto ed è più rigogliosa. A queste quote essa è costituita dal "pàramos", una brughiera ricoperta da grandi gobbe di muschio, morbido o secco, bassi cespugli fioriti ed erba in ciuffi dagli steli giallo-verdi, rigidi e sottili, di sezione rotonda. Sugli altri versanti il terreno è quasi desertico, a tratti sabbioso, cosparso di radi ciuffi della solita erba, che ha la proprietà di trattenere l'acqua anche su questi terreni. La salita è faticosa, la quota si fa sentire; ogni 150m di dislivello Luis ci fa fermare ad intervalli prefissati. Fa caldo, ma a 4250m si alza un vento freddo, branchi di vicunas pascolano attorno a noi, lo spettacolo del Chimborazo è commovente. Pranziamo al sacco nel bosco di Polylepis. Luisi ci mostra le buche di sabbia dove gli animali si puliscono e gli escrementi localizzati in alcune aree, che definiscono la loro stanzialità (un maschio alfa, alcune femmine ed i piccoli). Chiusura dell'anello sulla strada più in alto e ritorno a Riobamba. |
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Traccia GPX | ||||
Itinerario Trekking Vicunas
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28-10-2016 Strada Pueblo Urbina 3855m - Rifugio Mechauasca 4260m Dopo aver lasciato al Rincon Aleman ciò che non ci servirà per la montagna, partiamo alle 9 con nebbia, ci portiamo su strada nuova asfaltata nella valle di Urbina, dove a 3950m troviamo Leonardo, l'arriero (conduttore di cavalli) con 2 cavalli ed il necessario per il rifugio. Ho aggiunto nello zaino calzamaglia media e piumino, perché il rifugio Mechauasca è a 4270m. Camminiamo lungo una piccola strada per 2 ore giungendo a 4150m. Qui entriamo nel paramo (I Páramos sono ecosistemi di montagna andini che offrono bei fiori e piante che appartengono al Dominio Amazzonico. Si ubicano discontinuamente nel Neotrópico, da altitudini di approssimativamente 2900m fino alla linea di nevi perpetue, approssimativamente 5000m. Vanno dalla Colombia fino al nord del Perù. Superiamo un paio di lagune e raggiungiamo il passo che separa il Chimborazo dal Carihuairazo a 4390m. Carihuairazo, come tutti i toponimi locali è di origine Quechua e significa Dio (cari) del vento (huai) e del gelo (razo), mentre Chimborazo è la freccia (chimbo) del gelo. Scendiamo nella valle di Abraspungo, dove vivono molti gruppi di vicune. Dopo circa 4km dal passo arriviamo al rifugio Mechauasca a 4260m. Quando siamo in vista del rifugio arriva anche una moto, è Leonardo l'arriero-rifugista con Vanessa, la seconda figlia (10 anni) delle 3 che ha. Si libera il cielo ed abbiamo una visione splendida del Chimborazo nello splendido tramonto. Cena con sopa di broccoli e quinoa. A letto alle 21 dentro il sacco a pelo, fa freddo, ma ci si scalda subito |
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Traccia GPX | ||||
29-10-2016 Rifugio Mechauasca 4270m - Morena ghiacciaio Meyer 4800m All'alba siamo piedi ad ammirare lo spettacolo dei filacci di nebbia che lambiscono le pendici del Chimborazo mentre il sole ne illumina l'immenso cono gelato della cima, in un cielo perfettamente azzurro. Sui pascoli più alti brucano al sole le "vicunas". Alle 8,20 ci incamminiamo su una traccia che sale alle spalle del rifugio. Con una diagonale raggiungiamo un altopiano sospeso sulla valle verdissima e umida. Più su si alternano zone sabbiose e "pàramos". L'altipiano sale lentamente fino a raccordarsi alla valle sottostante e a un crestone morenico che si inerpica verso i ghiacciai del Chimborazo. Branchi di 'vicunas' sbucano da ogni dove. Emettono dei versi di allarme simili ai fischi degli uccelli, e, al nostro avvicinarsi, si allontanano galoppando agilmente, con il collo basso come gli struzzi. Avvistiamo da breve distanza anche due falchi. Sulla ripida morena compaiono dei grandi ometti, la traccia è ora ben evidente. Con l'aumentare della pendenza la fatica si fa sentire e le soste sono frequenti, fin troppo, a rischio di rompere il ritmo. Per brevi attimi è visibile il Carihuairazo, prima di venire coperto dalle nubi che salgono dall'Amazzonia. Procediamo lungo la morena fino ai 4800 m. Il ghiacciaio Mayer è ancora distante, per oggi è meglio non esagerare visto che domani ci aspetta la prima gita alpinistica seria. Sostiamo un'ora e poi iniziamo la discesa sul versante in cui giacciono due lagune, compiendo così un piccolo anello. Quindi, lungo il tracciato di salita, facciamo ritorno al rifugio, dove arriviamo alle 13,45, per un totale di 5,30 h. Ci congediamo da Leonardo e Luis, entrambi piacevoli compagni durante questi giorni. Alle 16, insieme a tutti i bagagli, arrivano le 3 guide di montagna, Aime, William detto Willi e Paùl, che ci condurranno nelle scalate in programma per i prossimi giorni. Riproviamo l'attrezzatura, prepariamo gli zaini, ceniamo e alle 19,45 tutti a dormire. Stanotte la sveglia sarà alle 2 per la partenza del Carihuairazo. |
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Traccia GPX |